Superbonus 2023 in 10 anni col modello integrativo
L’allungo decennale del Superbonus 2023 necessita del modello REDDITI integrativo. Non sarà dunque sufficiente la semplice opzione nel 730/2025. A rammentarlo è nuova news di Fiscooggi.it, il portale informativo dell’Agenzia delle Entrate. Come già abbiamo avuto modo di anticipare su questo sito, la Legge di Bilancio 2025 ha introdotto la possibilità di ripartire in dieci rate annuali di pari importo – invece delle quattro originariamente previste – le spese relative agli interventi agevolabili col Superbonus sostenute nel 2023.
La modifica è stata chiaramente recepita dai modelli 730 di quest’anno, nelle cui istruzioni viene riportato di “barrare la casella in caso di opzione per la ripartizione in dieci quote annuali di pari importo delle spese Superbonus sostenute dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023. Tale facoltà – prosegue il testo – può essere esercitata tramite una dichiarazione dei redditi integrativa di quella presentata per il periodo d’imposta 2023, da presentare entro il termine stabilito per la presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2024”.
Introdotto dal DL 34/2020, il Superbonus prevedeva inizialmente una rateizzazione diluita in cinque rate annuali per le spese sostenute nel 2020, scese poi a quattro per quelle sostenute nel biennio 2022-23. Di seguito il DL 39/2024 ha invece cambiato registro allungando a dieci rate annuali la rateazione delle spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2024. Chiaramente la rateazione più lunga (suddividere cioè lo stesso bonus in 10 anni anziché 4 o 5) permette rate più esigue, quindi più a misura di imposta se quest’ultima non è particolarmente alta, e questo va a vantaggio di quei contribuenti con redditi bassi (i cosiddetti “incapienti”, cioè quando l’imposta non riesce a contenere tutta la detrazione spettante) che con una rateazione quadriennale, perciò con rate detraibili più alte, avrebbero potuto non godere a pieno del bonus perché più alto rispetto all’imposta.
Per ovviare a questo, sulle spese sostenute nel 2022 (per cui valeva inizialmente la rateazione quadriennale), era stata già riconosciuta ai contribuenti la possibilità di ripartire in dieci rate annuali la detrazione spettante e tale opzione avrebbe dovuto essere esercitata nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2023. Dopodiché, nella stessa direzione si è mossa la Legge di Bilancio 2025 che, come disposto per le spese del 2022, ha allungato da 4 a 10 le rate annuali anche per le spese del 2023.
I contribuenti, allora, che nel 2024 hanno presentato il 730 o il Modello REDDITI relativo al 2023 (ovviamente quand’era ancora prevista la rateazione a 4 anni) e che adesso intendono avvalersi del prolungamento a 10 anni, dovranno non solo esprimere l’opzione tramite il 730/2025, nel quale verrà a quel punto applicata la seconda rata calcolata però in funzione di un percorso di 10 rate totali e non di 4, ma dovranno anche presentare un modello REDDITI integrativo 2024 per andare a correggere la detrazione (e quindi l’imposta) dell’anno scorso.
Resta fermo però, come ribadisce Fiscooggi.it, che la possibilità del modello integrativo “è tuttavia ‘a tempo’, in quanto dovrà necessariamente avvenire entro il termine stabilito per la presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2024 (31 ottobre 2025)”. Non solo, ma si tratta di opzione “irrevocabile” nel senso che una volta scelta la strada decennale non si torna indietro. In ogni caso, la maggiore imposta che potrebbe eventualmente scaturire dalla rideterminazione della rateazione andrebbe versata senza applicazione di sanzioni e interessi.
FONTE CAF ACLI