IRPEF: il minor acconto va chiesto entro il 10 ottobre
Per pagare un’IRPEF più “benevola” non va perso il treno del 10 ottobre. Entro quella data infatti si può chiedere al proprio sostituto d’imposta di trattenere sulla busta paga di novembre un acconto minore rispetto a quanto riportato nel prospetto di liquidazione del 730 presentato entro il 30 settembre. Per farlo, è sufficiente manifestare la propria volontà in forma scritta al datore di lavoro o all’ente pensionistico.
IRPEF: quando si può pagare meno acconto
Il versamento “light” del secondo acconto novembrino, in previsione dell’imposta a saldo sul 2024, che verrà eventualmente “conguagliata” nel 2025, è possibile quando il contribuente, nel corso dell’anno d’imposta, si stia accorgendo di percepire meno entrate rispetto ai redditi dichiarati in riferimento all’anno prima (cioè in buona sostanza se adesso nel 2024 mi accorgo che il mio reddito è/sarà minore rispetto a quello del 2023), o magari, pur con lo stesso reddito, quando si stanno accumulando oneri detraibili tali da poter prevedere per il 2024 un’imposta complessivamente più bassa di quella dovuta – e già pagata – per il 2023.
IRPEF: entro quando va pagato l’acconto
La seconda rata di acconto IRPEF scade di regola il 30 novembre di ogni anno. Quest’anno fa differenza perché il 30.11 è un sabato, quindi il termine slitta al 2 dicembre. Ricordiamo che per effetto del Dl 76/2013, l’acconto IRPEF sull’anno in corso è oramai dovuto nella misura del 100%. Ma il 100% di cosa? Il 100% dell’imposta sull’anno precedente. Nella fattispecie, quindi, il riferimento è l’IRPEF sui redditi 2023 (730/24).
Ora, se quest’ultima non fosse superiore a 52 euro, non sarebbe dovuto nessun acconto sul 2024. Se invece fosse superiore a 52 euro si aprirebbero due strade: o il versamento dell’acconto 2024 spalmato in due rate (16 giugno – 30 novembre, leggasi però: 2 dicembre), oppure in un’unica rata (appunto 2 dicembre). Il versamento in due rate (rispettivamente del 40 e 60%) si applicherebbe se l’imposta 2023 riportata nel 730 fosse pari o superiore a 257,52 euro, viceversa il versamento in un’unica rata (100%) si avrebbe nel caso in cui l’imposta non superasse euro 257,52.
Acconto IRPEF: assistenza garantita con CAF ACLI
Ovviamente, se c’è bisogno di assistenza nel calcolo e nel disbrigo della pratica è possibile rivolgersi agli operatori delle sedi CAF ACLI Service Roma. Ma attenzione! Il contribuente che voglia intraprendere la strada del calcolo previsionale, cioè sulla base del reddito dell’anno 2024 (ancora in corso) e quindi in previsione della futura imposta (contrariamente al più gettonato e sicuro metodo “storico”), deve essere più che certo della sua correttezza.
Infatti, se al momento della futura liquidazione dell’imposta annuale 2024, dovuta a saldo tramite il 730/2025, gli acconti già pagati dovessero risultare inferiori a quelli che si sarebbero dovuti, scatterebbero a posteriori le sanzioni per versamento insufficiente. In ogni caso, prima ancora che arrivi la comunicazione di irregolarità da parte dell’Agenzia delle Entrate, potrebbe essere possibile rimediare ricorrendo all’istituto del ravvedimento operoso.
FONTE CAF ACLI